giovedì 24 luglio 2008

Marketing provocazione

Nel martketing di TIM appare un nuovo spot. Dopo la ragazza hippy che annuncia, via sms, ad una schiera di potenziali padri di essere rimasta incinta la TIM va oltre con la provocazione. Il video allude ad un possibile amplesso con animali, anche se di peluche.



Evidentemente l'art director ha scelto una strategia di comunicazione incentrata sulla provocazione.

sabato 19 luglio 2008

La comunicazione nel marketing deve essere positiva

Prendo spunto dai commenti di questo articolo che mostra un simpaticissimo video sul confronto tra due prodotti: l'acqua venduta (quella imbottigliata per intenderci) e l'acqua libera, quella che sgorga dai rubinetti, nato dopo una visita al blog di ilriccio e aver letto il suo articolo "libera l'acqua".

Tutto nasce dallo sfogo di Beppe Grillo che afferma, urla credo sia più appropriato, che sarebbe meglio se ognuno bevesse l'acqua locale: non solo quella del rubinetto, ma anche quelle minerali, in modo da non far percorrere migliaia di chilometri alle bottiglie, in modo da risparmiare gasolio e produrre meno inquinamento.

Poi la disputa si è allargata al PET, ai controlli igienico-sanitari, ai costi. Ne scaturisce una guerra dei poveri tra i fautori dell'acqua minerale e quelli dell'acqua "libera". Con l'atteggiamento che ho visto in giro sino a questo momento, non credo che i sostenitori dell'acqua del rubinetto, e io sono fra questi, otterranno molti risultati.

Il consumatore si convince solo "santificando" la bontà del tuo prodotto e non denigrando l'altrui, specialmente se questo investe ingenti capitali per dire l'esatto contrario. L'unico risultato che si possa ottenere in questa situazione è quello di farsi nemici la quasi totalità degli utilizzatori del prodotto concorrente.

Quindi la strategia dovrebbe essere identica: mostrare a quante più persone è possibile e nel modo più prolungato possibile quanto è buona l'acqua del rubinetto, come ha anche cercato di fare il sindaco Cacciari.

venerdì 18 luglio 2008

Il marketing dell'acqua



Potenza della pubblicità

giovedì 3 luglio 2008

Porzioni mini e light un attentato alla salute

Gli snack in confezione mini, ma anche tutti gli altri cibi in porzione ridotta o di consistenza "light", ingannano il consumatore e lo inducono a mangiare di più con grave danno per la sua linea e conseguentemente per la sua salute.
A rivelarlo è uno studio dell'Università olandese di Tilburg. Gli scienziati hanno studiato il comportamento di 140 studenti davanti alla TV e con la possibilità di scegliere tra due confenzioni di patatine da 200 grammi l'una e nove mini-confezioni da 45 grammi l'una. Metà dei partecipanti sono stati intervistati sul proprio peso corporeo e sulla propria forma fisica. In questo gruppo di studio uno studente su tre ha aperto la confezione grande, mentre il 59% ha aperto le mini-confezioni mangiando più del doppio delle patatine rispetto agli altri.
La conclusione era ampiamente prevista, ma ora è stata dimostrata.

La comunicazione di marketing aziendale mette sempre in evidenza i lati positivi del prodotto: in questo caso "una porzione così piccola non può nuocere alla tua linea" stessa situazione per i cibi light considerati di scarso apporto calorico. La convinzione che ne trae il consumatore è quella di poter tranquillamente abusare del prodotto, perchè "tanto non ingrassa".

martedì 1 luglio 2008

Scrivere il proprio nome sul Duomo di Firenze porta la felicità. Non per i giapponesi

Scrivere il tuo nome sulla pietra, meglio se si tratta dei marmi del Duomo di Firenze, porta felicità. È quanto ha affermato un'insegnante giapponese di 30 anni dopo essere stata denunciata attraverso una fotografia che raffigurava la sua firma sui marmi del Duomo di Firenze durante la sua luna di miele. La scuola si scusa pubblicamente per lo scellerato comportamento della sua insegnante che nel frattempo ha già licenziato dalla carica di allenatore della squadra di baseball.
Sorte similare è toccata a tre studenti dell'Universita di Kioto che sono stati sospesi dopo aver scritto i loro nomi, la data del misfatto e il nome dell'Università, sempre sulle marmoree pareti del Duomo di Firenze.
Si è potuto scoprire gli autori perchè una loro connazionale ha fotografato le scritte e successivamente identificato gli autori, denunciandoli pubblicamente.

Il Giappone, in questo modo, comunica al mondo intero che i suoi cittadini sono corretti e rispettosi e quei pochi che sbagliano, anche all'estero, li condanna pubblicamente.

In Italia? Spendiamo un bel po' di soldi per ripulire e nulla più, anche se i danneggiamenti dei monumenti, perchè di questo si tratta, sono perseguibili d'ufficio.
Il risultato di questo comportamento è comunicare al mondo intero che in Italia puoi fare quello che vuoi, tanto non ti succede niente: lo avevano capito anche questi giapponesi che mai si sarebbero sognati di imbrattare un loro monumento.